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Inaugurazione

Martedì 28 novembre 2017, alle ore 17.00, presso la sala conferenze della Fondazione Memoria della Deportazione (via Dogana 3 Milano, 2° piano) si inaugura la mostra in 25 pannelli “Le conferenze di Zimmerwald e Kiental e l’opposizione alla Grande Guerra”.

L’evento è organizzato dalla Fondazione Memoria della Deportazione e dal Centro Filippo Buonarroti.

Saranno presenti: Floriana Maris (Presidente Fondazione Memoria della Deportazione), Bernard Degen (Università di Basilea), Massimo Castoldi (Fondazione Memoria della Deportazione), Giorgio Galli (storico), Carlo Antonio Barberini (Centro Filippo Buonarroti). Presenta e modera: Doriano Maglione (Centro Filippo Buonarroti).

Giorni e orari di visita

La mostra resterà aperta nei giorni di mercoledì 29 novembre, giovedì 30 novembre, venerdì 1 dicembre, mercoledì 6 dicembre: dalle ore 10.30 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00.

Sarà chiusa nei giorni: sabato 2 dicembre, domenica 3 dicembre, lunedì 4 dicembre e martedì 5 dicembre.

Conclusione

Mercoledì 6 dicembre 2017, alle ore 17.00, vi sarà a chiusura della mostra un incontro dibattito sul tema “Significato e importanza delle conferenze di Zimmerwald e Kiental” con la partecipazione di Massimo Castoldi (Fondazione Memoria della Deportazione), Maria Grazia Meriggi (Università di Bergamo), Andrea Panaccione (Docente emerito Università di Modena-Reggio Emilia), Augusto Martellucci (Centro Filippo Buonarroti). Presenta e modera Aldo Merlassino (Centro Filippo Buonarroti).

La conferenza di Zimmerwald

A Zimmerwald, in Svizzera nel cantone di Berna si tenne tra il 5 e l’8 settembre 1915 una prima conferenza internazionale dei rappresentanti dei partiti socialisti contrari alla guerra, su proposta del socialista svizzero Robert Grimm e della socialista russa, internazionalista, Anželika Balabanova, nota in Italia come Angelica Balabanoff.

Erano presenti per la Russia anche Lenin e Trotsky, per l’Italia, oltre alla Balabanoff, Costantino Lazzari, Giacinto Menotti Serrati, Giuseppe Amedeo Modigliani e Oddino Morgari, ma vi aderirono rappresentanti di Germania, Lettonia, Polonia, Francia, Svezia, Romania, Bulgaria, Olanda e il Bund ebraico.

L’evento sia pure inizialmente quasi tenuto nascosto ebbe una grande rilevanza storica, sia per il suo carattere internazionale con la presenza di esponenti di nazioni in guerra l’una contro l’altra, sia perché si parlava di pace a un anno dalla dichiarazione di guerra.

Tra posizioni divergenti si cercò una linea comune di denuncia del carattere imperialista della guerra, proponendo una pace “senza annessioni né riparazioni”.

La mozione di Lenin, che si proponeva di “trasformare la guerra imperialista in guerra civile” non fu approvata ed ebbe soltanto otto voti favorevoli e venti contrari, prevalse la linea cosiddetta centrista sintetizzata nel motto “né aderire né sabotare”.

Dal Manifesto di Zimmerwald (1915)

Questa guerra […] semina la rovina e la devastazione, e distrugge, al tempo stesso, le nostre libertà e la indipendenza dei popoli. Nuove catene, nuovi paesi ne saranno la conseguenza, ed è il proletariato di tutti i paesi, vincitori e vinti, che li sopporterà ( – 1915)

La conferenza di Kiental

Ne nacque un movimento e a Zimmerwald si tennero nel febbraio 1916 e nel settembre 1917 altre due conferenze. Nel frattempo la linea politica di Lenin, che aspirava a “trasformare la guerra imperialista in guerra di classe”, trovava sempre maggiori consensi in Europa.

Nello spirito di Zimmerwald e con la crescente insofferenza per la guerra che si stava manifestando in Europa, si tenne un’ulteriore conferenza in Svizzera, a Kiental, tra il 24 e il 30 aprile del 1916.

In questa occasione le istanze più radicali ottennero maggiori consensi. Prevalse la linea leninista, pur non mancando posizioni più moderate.

Il Manifesto di Kiental condannava l’imperialismo in quanto causa della guerra e proponeva una pace immediata e senza annessioni. Lo stesso documento affermava che nessuna pace “borghese” poteva scongiurare il rischio di una nuova guerra e che la sopravvivenza del capitalismo metteva a rischio la sicurezza in Europa.

Tra i socialisti italiani Giuseppe Emanuele Modigliani prese le distanze dalle risoluzioni della conferenza, mentre Giacinto Menotti Serrati e Angelica Balabanoff ne condivisero i risultati.