E’ in libreria il volume 1943.1945: I «bravi» e i «cattivi». Italiani e tedeschi tra memoria, responsabilità e stereotipi, a cura di Massimo Castoldi, con saggi di Thomas Altmeyer, Filippo Focardi, Luigi Ganapini, Paolo Jedlowski, Raoul Pupo, Roma, Donzelli editore, 2016. Primo volume di una serie curata dalla Fondazione Memoria della Deportazione.
Le recensioni sul sito dell’editore Donzelli
Intervista al curatore Massimo Castoldi (Minima & Moralia)
Intervista al curatore Massimo Castoldi a Radio Tre Fahrenheit il 25 aprile 2017
L’elaborazione di una memoria condivisa e consapevole sugli ultimi anni della seconda guerra mondiale ha conosciuto, in Germania e in Italia, percorsi differenti, scanditi da tempi e sensibilità che è utile mettere a confronto, in sede di ricostruzione storica. Questo volume presenta un approccio comparativo alla questione, attraverso la voce di alcuni tra i massimi specialisti, italiani e tedeschi, della materia.
Dopo decenni di oblio, in Germania, scrive Thomas Altmeyer, si è avviato un processo di recupero dei luoghi della memoria del nazismo e di fondazione di centri di documentazione, nei quali è in atto una ricerca costante sui modi di trasmissione della memoria alla collettività e alle nuove generazioni.
Diversa la storia italiana, che, pur avendo elaborato fin dal 1945 una memoria diffusa dell’antifascismo e della Resistenza, è ancora segnata da reticenze sui crimini perpetrati dal fascismo in Italia e nei territori occupati.Ciò è in relazione con lo stereotipo culturale del «bravo italiano» che, secondo Filippo Focardi, sia la monarchia, desiderosa di liberarsi dalle complicità col regime, sia le forze antifasciste, in cerca di una legittimazione interna e internazionale, avevano interesse a diffondere.Sulle vicende del confine orientale Raoul Pupo, indagando oltre i miti interpretativi, riposiziona i conflitti in questi territori in una prospettiva plurale e storicamente compiuta. All’origine dello stereotipo del «cattivo» tedesco e del «bravo» italiano c’è, sostiene Luigi Ganapini, anche il disorientamento di molti cittadini, tra vittimismo e sconcerto, conseguente all’8 settembre, che pure ha generato dispersioni e conflitti di memoria. Il tema di Paolo Jedlowski è infine proprio la difficoltà italiana di elaborare una memoria autocritica, capace di conservare anche il ricordo dei «torti che noi abbiamo fatto ad altri», e che è il contrario della memoria autocelebrativa, e implicitamente autoassolutoria, ancora molto diffusa.
L’indice: Introduzione di Massimo Castoldi; I. La memoria rimossa e ritrovata. Passato e presente delle attività commemorative in Germania di Thomas Altmeyer; II. Il «bravo italiano» e il «cattivo tedesco». Stereotipi nazionali e costruzione di una memoria europea di Filippo Focardi; III. Per una storia critica delle vicende del confine orientale di Raoul Pupo; IV. L’8 settembre nelle memorie degli italiani di Luigi Ganapini; V. La difficile costruzione di una memoria autocritica di Paolo Jedlowski; Indice dei nomi; Gli autori.
Gli autori
Thomas Altmeyer è direttore scientifico dello Studienkreis Deutscher Widerstand 1933-1945. Dal 2009 è professore incaricato per il Seminario di didattica della storia presso la Goethe Universität di Francoforte. È membro della Commissione regionale dei memoriali e delle attività commemorative in Assia (Landesarbeitsgemeinschaft Gedenkstätten und Erinnerungsinitiativen, Lag) e lavora in qualità di pedagogista presso il memoriale del campo di concentramento di Neckarelz. Tra le sue pubblicazioni: Aspekte der hessischen Erinnerungskultur. Eine Einleitung (in collaborazione con Monika Hölscher), in NS-Geschichte vermitteln. Gestern, heute, morgen: Aspekte der hessischen Erinnerungskultur (Hessische Landeszentrale für politische Bildung, 2014); Die letzten Hinrichtungen in Brandenburg-Görden. «Wir sind gekommen, um nocheinmal aufzuräumen», in «informationen. Wissenschaftliche Zeitschrift des Studienkreises Deutscher Widerstand 1933-1945», novembre 2014, 80, pp. 16-20; Ein U-Boot im Widerstand. Rettungswiderstand am Beispiel von Eugen Herman-Friede, «Geschichte lernen», in «Geschichte Lernen», gennaio 2013, 151, pp. 48-57.
Filippo Focardi è professore di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e Studi internazionali dell’Università di Padova. Si è occupato prevalentemente della memoria del fascismo e della seconda guerra mondiale in Italia e in Europa e dei rapporti fra Italia e Germania dall’Ottocento ad oggi. Tra le sue pubblicazioni, La guerra della memoria. La Resistenza nel dibattito politico italiano dal 1945 a oggi (Laterza, 2005); Criminali di guerra in libertà. Un accordo segreto tra Italia e Repubblica federale tedesca, 1949-1955 (Carocci, 2008); Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale (Laterza, 2013).
Luigi Ganapini ha insegnato Storia contemporanea nelle Università di Trieste e di Bologna; è stato direttore della Fondazione Istituto per la Storia dell’età contemporanea (Fondazione Isec) di Sesto San Giovanni. Ha curato diversi libri collettanei e ha pubblicato: Il nazionalismo cattolico. Cattolici e politica estera in Italia dal 1871 al 1914 (Laterza, 1970); Una città, la guerra (FrancoAngeli, 1988); La Repubblica delle camicie nere (Garzanti, 1999); Voci dalla guerra civile (il Mulino, 2012). Con Alberto De Bernardi è autore di Storia dell’Italia unita (Garzanti, 2011).
Paolo Jedlowski, professore di Sociologia all’Università della Calabria, si occupa di Sociologia della cultura, di Sociologia della vita quotidiana, di Storia della sociologia e di memoria collettiva. Tra i suoi volumi, Un giorno dopo l’altro. La vita quotidiana fra esperienza e routine (il Mulino, 2005); Il racconto come dimora. Heimat e le memorie d’Europa (Bollati Boringhieri, 2009); In un passaggio d’epoca. Esercizi di teoria sociale (Orthotes, 2012).
Raoul Pupo è docente di Storia contemporanea presso l’Università di Trieste. Si è occupato di storia della politica estera italiana, del confine orientale italiano, degli spostamenti forzati di popolazioni nel Novecento europeo e delle occupazioni italiane dopo la prima e durante la seconda guerra mondiale. Fra le sue opere più recenti si possono ricordare le monografie Il lungo esodo (Rizzoli, 2005); Il confine scomparso (Irsmlfvg, 2007); Trieste’45 (Laterza, 2010); la curatela dei volumi collettanei Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa (Donzelli, 2008; con G. Crainz e S. Salvatici) e La vittoria senza pace. Le occupazioni militari italiane dopo la Grande Guerra (Laterza, 2014); i saggi Italian Historiography on the Istrian Exodus. Topics and Perspectives, nel volume collettaneo At Home but Foreigners. Population Transfers in 20th Century Istria (Univerzitetna založba Annales, 2015); A Mistaken History? A Survey of the Short Century of Italian-Yugoslav Relations, nel volume collettaneo Italy and Tito’s Yugoslavia in The Age of International Détente (Peter Lang, 2016).